Le ultime cronache sul dissidio tra M5s e Lega a proposito della Torino-Lione per il TAV risalgono al 7 agosto, dopo che in Senato c'era stata l'approvazione delle mozioni a favore ed era stata bocciata quella del Movimento 5 stelle. A questo, realisticamente, va attribuito il peccato originale della crisi politica che ha portato allo scioglimento del sodalizio gialloverde.
Crisi che da quel momento iniziava il suo percorso fino alla formazione del governo Conti bis, alla nomina dei 21 ministri e ora quella, da definire, dei 43 sottosegretari a cui ambiscono 200 del M5s e 120 dal PD.
Una vera e propria schermaglia tra fronti opposti e correnti interne per ottenere questa o quella poltrona, e che sia di maggior rilevanza rispetto a quella dell'altro.
E del TAV?
Dopo oltre trenta giorni non se ne sente ancora parlare, con buona pace delle migliaia che in corteo percorrevano la Val di Susa e che tengono pazientemente riavvolte le loro bandiere; e dire che fu proprio l'argomento cardine che causò la crisi.
Ma Grillo voleva proprio che la sua alleanza con la Lega durasse un'intera legislatura?
A Matteo Salvini vada una consolazione: si legga le cronache del luglio 2009 dove Grillo annunciava l'intenzione di prendere la tessera del PD e, sul n° 1322 di Internazionale (quello della settimana scorsa), che si voleva addirittura candidare alle Primarie del 2009...
Trovata la porta chiusa ora ne divide il talamo coniugale.
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