8 agosto 1956, una data che dal 1° dicembre 2001 identifica la "Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo".
Una data però indimenticabile per chi nel 1956 era già grandicello e seppe della tragedia a Marcinelle: nella miniera di carbone al Bois du Cazier, un'esplosione a 1000 metri di profondità aveva causato
262 vittime, 136 erano italiane; in particolare, dei 60 abruzzesi, 40 di loro provenivano da Manoppello, paese della Valpescara. Il più giovane, di neppure 16 anni, veniva da Cervinara (Avellino).
In fondo al pozzo della torre a sinistra è avvenuta la tragedia - foto copyright G.Italia |
Era il terzo tragico disastro per numero di vittime in miniera dopo Monongah (6 dicembre 1907: 362 morti di cui 171 italiani) e Dawson (22 ottobre 1913: 263 morti di cui 146 italiani), un altro oneroso, grave tributo per un lavoro pesante e rischioso.
Quella tragedia ci deve ricordare che oltre 5 milioni di Italiani hanno scelto, spesso dovuto scegliere, di emigrare, lasciare il proprio paese, gli affetti più cari per una migliore certezza nel futuro.
La pareti delle case nei pressi della miniera riportano testimonianze di quell'indimenticabile dramma umano
L'ingresso alla miniera oggi - copyright g.italia |
In tale occasione ho conosciuto Monsieur Alain FORTI, conservatore del Musée Le Bois du Cazier, à stato un grande onore per me. Suo papà Giancarlo era un italiano della provincia di Siena, un valente minatore che ha pagato la sua lunga dedizione al lavoro con la silicosi.
Alain FORTI |
Vita mortuorum in memoria est posita vivorum.
vedi anche http://unavaligiadisperanze.blogspot.com/
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