In momenti, ahimè alquanto lunghi e perduranti, in cui assistiamo al dilagare della corruzione, del malaffare da parte di chi nella pubblica amministrazione esercita il proprio ruolo per un potere che varca i confini della correttezza, il richiamo a Luigi EINAUDI, primo Presidente della Repubblica democraticamente eletto, è doveroso.
Quest'uomo che aveva a cuore il valorizzare l'agricoltura, che forniva terre e attrezzature ai suoi mezzadri, che divise una pera troppo grossa con lo scrittore Ennio Flaiano, ci ha lasciato un pensiero che deve essere sempre presente.
Indelebile e di sommo insegnamento quella sua considerazione: "Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E' la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi."
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