"Signore, signori, tra poco assisterete ad un concerto per solo pianoforte, non è previsto l'accompagnamento di cellulari"; era questa la frase con cui, fino ad un paio d'anni fa, presentavo concerti lirici, il pubblico sorrideva e si notava un febbrile aprire di borsette o mettere la mano nella tasca della giacca per spegnere il telefonino.
Al Metropolitan di Catania sarebbe parso alquanto impropria una simile introduzione (anche perché non c'era il pianoforte) ma una parte degli spettatori non ha ritenuto opportuno spegnere il fido marchingegno e così la pièce "Due" in scena un paio di giorni fa e interpretata da Raoul Bova e Chiara Francini è stata disturbata da squilli e cicaleccii.
Non deve essere stata cosa di poco conto se, nell'intervallo, un produttore dello spettacolo ha raccomandato di spegnere i cellulari: non ha sortito l'effetto sperato, così come le volute pause nella recitazione degli attori avrebbero dovuto lasciare intendere.
Il finale è noto: quale silenziosa protesta Raoul Bova non è tornato sul palco per ricevere gli applausi finali.
E' opinione diffusa che mettere a nanna un paio d'ore il telefonino non avrebbe sconvolto la serata di nessuno; sono indotto a pensare alla vanità di qualcuno: "Scusa, non posso restare al telefono perché, sai, sono a teatro".
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