La
fotografia è una protagonista di arte e cronaca; racconta per immagini il
mondo, ce lo avvicina, ce ne rende partecipi.
“Cosa
sarebbe una notizia senza una fotografia?” è la domanda che possiamo porci
nella certezza di assegnarle una scarsa rilevanza; eppure la fotografia
giornalistica, di testimonianza, è di
epoca abbastanza recente, soprattutto in Italia e lo si deve alla rivista Epoca
che apparve sulla scena dell’informazione nel 1950 riprendendo quello stile
ormai consolidato di periodici come Life.
Basti
pensare che Eugenio Scalfari, presentando nel 1976 il nascente quotidiano la
Repubblica, escluse che vi sarebbero state pubblicate foto di cronaca; il
rispondere alla realtà lo smentirà di lì a poco. D’altronde è solo di
quell’anno l’apertura ai fotoreporter dell’Ordine Nazionale Giornalisti. Il
giornale è cronaca, e lo testimonia The Times che, nato nel 1785 come raccolta
di annunci, si trasformò pochi anni dopo in un utile mezzo d’informazione fino
alla sua definitiva consacrazione (triplicandone la tiratura) nel momento in cui un suo
cronista venne inviato a Parigi per raccogliere e descrivere gli avvenimenti
che portarono alla Rivoluzione Francese. Ci sarebbero state benissimo anche
delle immagini, ma per la nascita dei mezzi tecnici dovevamo aspettare ancora
mezzo secolo.
Si dice che
un’immagine vale più di mille parole; infatti il fotoreportage “fa leggere il mondo” e, spesso, basta una
sola istantanea per descrivere un momento sociale, una vicenda storica: “Bacio
davanti all’Hotel de ville” di Robert Doisneau (1950) oppure quello del
marinaio in Times Square, di Alfred
Eisenstaedt (1945). Immortale quella,
opera di Robert Capa, del miliziano colpito a morte durante la guerra civile spagnola
(1936), così come carri armati sovietici dati alle fiamme da bottiglie molotov
durante l’insurrezione ungherese nel novembre 1956.
Maria Grazia Cutuli ritratta da Isabella Balena |
Ospitata dal
Teatro dell’Arte, la Fondazione Corriere della Sera ha dedicato all'argomento
un convegno condotto da Gianluigi Colin nell'ambito di Bookcity: Fotografia e
giornalismo. Più esattamente una carrellata di testimonianze di odierni fotoreporter
che hanno portato, attraverso l’obiettivo, foto-documenti di estrema attualità:
sguardi della vita nelle fabbriche, delle rivolte studentesche, delle
migrazioni, dei giochi di bimbi alle case crivellati dai colpi di guerra;
scenari dove, comunque, si evoca la Vita. Uno per tutti Uliano Lucas con la
celebre foto dell’immigrato sardo che, portando una valigia e un enorme scatolone,
transita davanti al grattacielo Pirelli (1968).
Ma, testimoni per immagini, lo
sono anche Isabella Balena, Arturo Carlo Quintavalle, Ferdinando Scianna o la
polacca Monika Bulaj, che hanno
trasferito attimi di realtà ai nostri occhi, alle nostre riflessioni, alle
nostre coscienze ricordandoci che il protagonista fondamentale è sempre l’uomo.
nota: ho autorizzato la riproduzione dell'articolo a Teleinsubria.net
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