Due sono gli argomenti che tengono alto l'interesse dell'opinione pubblica e fanno rivedere continuamente i conti pubblici: le pensioni agli ex lavoratori e i vitalizi agli ex politici.
L'aspetto sconcertante è che sulle teste dei lavoratori sono caduti dapprima quei provvedimenti della "legge Fornero" e sui pensionati il blocco della perequazione; come se non bastasse ecco che il pensionato che dopo quarant'anni di lavoro/contributi intasca 1500-1800 euro (un lusso?) viene additato come un privilegiato. Si imbastiscono talk show con voci pro e contro fomentando guerre tra poveri per ridurre quello spazio di dignità onestamente raggiunto.
Alla fine di aprile una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma del decreto Salva Italia che bloccava la perequazione al costo della vita per quelle pensioni tre volte superiori al minimo; quelle, per intendersi, superiori a € 1200 nette. Per chi le percepisce sarebbe stato un lusso, un privilegio da cancellare per ..."salvare l'Italia".
Al contrario, ecco rivelato invece quel torrente di denaro pubblico che confluisce nei vitalizi a cinque zeri per ex politici; ci mancava solo apprendere che decine di questi hanno pure fatto ricorso al TAR per non rinunciare al 10% di quel privilegio. Sconcertante! C'è pure chi fa ricorso prima ancora di maturare i tempi per beneficiarne. Incredibile, così come incredibile è il loro appellarsi ai "diritti acquisiti".
Ma non sono diritti acquisiti anche quelli dei pensionati che hanno lasciato il lavoro sottoscrivendo un patto con l'INPS?
L'auspicio è che la Corte Costituzionale ravvisi quanto sia sconcertante il risultato della legge che sta permettendo il perdurare dei vitalizi; se ne rivedano drasticamente gli importi affinchè le risorse che si recuperano vadano ad incrementare quelle centinaia di migliaia di pensioni inferiori ai 1000 euro netti: che tutti gli Italiani possano condurre una vita più dignitosa.
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