Andiamo
all'Expo, un'esperienza emozionante che Milano ha vissuto fino al 1985,
giusto trent'anni fa quando smise di chiamarsi Fiera Campionaria.
Arrivavano da ogni parte dell'Alta Italia, soprattutto in treno e
corriera, e all'ora di pranzo aprivano i cartocci di pane, formaggio ed affettati e stappavano bottiglie
portate da casa. Fotogrammi in bianco e nero della mia memoria. Ah, tempi andati di una società e di una fiera letteralmente scomparse...
Oggi, per l'Expo, la nuova Campionaria,
si parla d'altro: il ritardo nell' ultimare alcune opere e ora la
questione di chi avrebbe rinunciato a lavorarci.
Mah... Ai più è parso paradossale che dei giovani avessero rifiutato i sei mesi di lavoro offerti dalla Manpower per lavorare all'Expo 2015.
Ne ha dato notizia un giornale nazionale e così anche qualche tg. Quello che mi ha sorpreso e seccato è stata l'assoluta assenza del condizionale che, di fronte ad una notizia "che faceva notizia" sarebbe stato d'obbligo. Corretta RAI News che ha dato spazio a entrambe le voci: selezionatori e candidati. L'autorevole Aldo Grasso (di cui ho quasi sempre condiviso le opinioni), una volta citate notizia e fonte si è, comprensibilmente, detto sconcertato e, a differenza di altri, ha dimostrato buongusto evitando marchiature del tipo "bamboccioni, choosy o sfigati". Giuseppe Sala, commissario dell'Expo, si è detto "stupito". Se uno è sconcertato o stupito significa, a parere mio, che si è di fronte a qualcosa di inaspettato e che va approfondito.
Tutto questo mercoledi 22, infatti oggi, giovedi 23 aprile, non se ne parla più ai piani alti; però i social network si riempiono di proteste e di precisazioni, Manpower (l'azienda incaricata di selezionare le candidature) chiarisce. Naturale conseguenza che qualche altro giornalista voglia capirci meglio e L'Huffington Post si preoccupi di mettere nel titolo la sintesi virgolettata "Altro che turni scomodi e 1300 euro. Me ne hanno offerti 500 con cui pagarmi viaggio e panino" poi, a seguire, testimonianze e chiarimenti. Meglio così.
Con i giovani ci dialogo da trent'anni e so che, per un lavoro onesto, non si tirano indietro. Ho conosciuto, anche nell'ambito familiare, universitarie che lavoravano nei call center per pagarsi gli studi e neolaureati impiegati come stagisti in grandi aziende: sei mesi a 250 euro, o addirittura gratis, più un buono pasto (un lusso!).
Ma non erano schizzinosi, pardon, "choosy"?
Andiamoci all'Expo, incontreremo anche migliaia di volontari per il cui reclutamento non c'è stato limite
d'età; ne cercherò quanti più possibile per stringere loro la mano
perchè, testuale, "quell'attività richiede che i volontari
siano in piedi sotto la pioggia o sotto il sole per 5 ore e 30 minuti
consecutive".
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