Lo spazio per le esecrazioni da post tragedia fa presto a riempire le cronache, non ci si preoccupa invece della cause che sovente ci camminano accanto.
Neanche a farlo apposta (quanto mai!) il mio post del 2 marzo è stato presagio all'esperienza che ho vissuto personalmente la sera di mercoledi 15 aprile nel tunnel del Gottardo. Pensate che è una canna a doppio senso di marcia lunga 17 km (collega i cantoni Uri e Ticino) quindi
l'attenzione deve essere sempre massima.
Numerosi cartelli indicano il divieto a superare gli 80 km/hr e altri, ancor più vistosi, raccomandano ai camion di tenere una distanza di almeno 150 metri dal veicolo che li precede.
A me è successo il contrario: per buona parte del percorso, nel tratto verso Airolo e Bellinzona, un autotreno per il trasporto di autovetture (bisarca) mi seguiva mantenendosi ad una distanza tra i 30 e i 50 metri e ogni tanto lampeggiava come se io avessi dovuto aumentare la velocità che tenevo rigorosamente al limite degli 80 km/hr. Oltretutto, nel mio senso di marcia, c'erano altri veicoli. Mah... Vi lascio immaginare come si può guidare in galleria con un veicolo che ti segue in modo così scriteriato e, per di più, ti abbaglia. Quando ho sporto il braccio per indicargli il cartello che prescriveva la distanza di sicurezza mi ha suonato il clacson: un sobbalzo che avrebbe potuto farmi sbandare con le conseguenze che potete immaginare.
Ne ho informato la Polizia Cantonale elvetica che mi ha prontamente risposto fornendomi anche utili consigli, sono certo che avrà preso gli opportuni provvedimenti.
Sono loro grato per l'attenzione e se, malauguratamente, vi trovaste nelle mie stesse situazioni, fate telefonare alla Gendarmeria dal vostro compagno di viaggio o, se siete soli, appena possibile accostate in qualche apposita area di parcheggio e chiamate: in Svizzera il numero telefonico per le urgenze è il 117 mentre in Italia è il 113