"Sindaco leghista nega la cittadinanza a donna indiana perchè non sa l'italiano" è il titolo che introduce oggi alla lettura di una notizia che, per quanto ho appreso e compreso, non ha nulla di eccezionale, salvo che si voglia costruire l'eccezionalità.
Già il precisare "leghista" non mi sembra altamente deontologico perchè qualsiasi altro sindaco, carte alla mano, si sarebbe comportato allo stesso modo del primo cittadino di Cairate che ha suggerito ad un'immigrata indiana di frequentare un corso di italiano il cui esito le avrebbe consentito di ottenere la cittadinanza ...italiana. Non si dimentichi che la signora vive da dieci anni in Italia e il non avere ancora imparato la nostra lingua lascia quantomeno perplessi.
La notizia è partita da un giornale varesotto che, trattando la cronaca locale, ha ritenuto opportuno parlare di un evento accaduto nel suo territorio. Mi ha stupito che a riprenderla sia stata anche qualche testata nazionale dove dovrebbero sapere quali sono le regole a cui tutti debbono sottostare, persino gli Italiani quando decidono di prendere la cittadinanza in un altro paese dell'UE.
Un esempio? Il Lussemburgo dove, a seguito dell'approvazione del progetto di legge 5620 dell'ottobre 2008, la cittadinanza viene concessa solo dopo un esame di
lingua lussemburghese
e l'obbligo di aver frequentato tre corsi: cultura lussemburghese,
educazione civica sulle istituzioni dello stato e sui diritti
fondamentali vigenti nel paese.
A questa disposizione debbono sottostare anche i nostri connazionali che vivono e lavorano nel Granducato, sebbene questo sia stato, con l'Italia, tra i paesi fondatori della CEE e sono, come i Lussemburghesi, dell'UE.
Dove sta allora la "notizia" se a una cittadina indiana viene chiesto di imparare l'italiano per ottenere la cittadinanza ....italiana?
LUNEDI 9 MARZO alla signora indiana è stata rilasciata la cittadinanza italiana; il sindaco di Cairate, per coerenza, non ha partecipato alla cerimonia. Un noto quotidiano ha così titolato: "La vittoria dell'indiana Rani" e, con una deontologia da applauso, ha preciato "il sindaco leghista". Bene, aggiungo io, ma la sconfitta delle regole, oltretutto si è creato un precedente negativo.
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