Non ci sarà un solo contribuente che non mugugnerà su questa imposta che ha generato varie contestazioni; ci sono state anche critiche ufficiali ma è rimasta lì ad accontentare soprattutto piagniucolose amministrazioni comunali e alcune, Milano fra queste, alcuni mesi fa hanno anche rivalutato le rendite catastali.
Migliaia di appartamenti, seppur vuoti, sfitti, continuano a produrre succose entrate: sono quelle dei nostri Emigrati: sono considerate "altri fabbricati", quindi seconde case.
Ho sempre ritenuto disdicevole che comuni come Milano e Roma facciano cassa sulla pelle dei nostri emigrati.
Ancora più grave è che quei nostri connazionali paghino pure le tasse locali (i.e. tares).
Ma ne sono stati informati i nostri esimi costituzionalisti che la tassa si paga per un servizio che viene prestato mentre gli iscritti all'AIRE come fanno ad usufruirne se vivono altrove, magari a 500 – 1000 km di distanza?
Giusto un anno fa, il 12
giugno 2013, il CQIE, Comitato Questioni per gli Italiani all'Estero, approvò all'unanimità
una risoluzione sull'IMU affinchè il Governo si impegnasse al riconoscimento di
"abitazione principale" degli immobili lasciati in patria dai nostri
Emigranti. La norma si riferiva a quegli immobili non locati o concessi in
comodato d'uso gratuito di proprietà dei nostri connazionali residenti
all'estero.
Un segnale positivo arriva ora con l'annuncio che dal 2015 le case dei pensionati italiani residenti all'estero saranno considerate "prima casa".
E' un primo passo che dovrebbe risvegliale le coscienze anche se mi domando cosa se ne fa un nostro emigrante in pensione di una propria casa lasciata sfitta in Italia. Che sia stato un pretesto per fare vedere che si interessava di loro senza migliorare le cose?
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