C'è chi, come il PD, ha vinto per i voti ottenuti in Italia, ma sia il partito di Renzi che tutti gli altri hanno perso ...in Europa. Parrebbe un controsenso ma non lo è.
I nostri europarlamentari, che pure beneficiano di compensi ben sopra le righe, non hanno saputo attirare l'attenzione dei nostri connazionali residenti all'estero. La partecipazione al voto dei nostri emigrati , salvo rari casi (in Austria il 15,4%, in Lussemburgo il 14,2% e in Danimarca 12,9%), non ha superato l'8%. Hanno fortemente disertato gli Italiani che vivono in Belgio (4,7%), in Germania (4,9%) e Francia (6.8%); in paesi quindi dove la loro presenza è ben significativa da generazioni. Dappertutto, ad eccezione di Austria e Lussemburgo, l'affluenza è calata rispetto alle Europee del 2009 (5,9% contro il 7,3%) e questo dimostra con quanta delusione gli emigrati vedono la nostra partitocrazia.
E' stata una risposta che i nostri partiti non hanno voluto (o saputo) leggere perchè si sono sempre fatti spallucce di quella grande popolazione di Italiani che, affrontando spesso notevoli sacrifici, hanno cercato un futuro lontano dalle loro case, dai loro cari.
Nella campagna elettorale i nostri politici hanno usato toni roboanti, hanno cercato il voto promettendo di imporre il marchio italico nel parlamento europeo come dei nuovi Cesare pronti a sottomettere Galli, Belgi, Germani, Britanni, salvo poi ignorare del tutto i connazionali, gli iscritti all'AIRE, che tanto onore portano all'Italia.
Il parlamento europeo è il consesso dove ti confronti direttamente con i politici degli altri stati, di quelle nazioni dove vivono centinaia di migliaia di Italiani; le elezioni erano pertanto l'occasione per interpretare le loro attese e portare l'Italia che amministra vicina ai compatrioti e sono riusciti a deluderli.
E' un'emozione che ormai trovano solo negli stadi calcistici...
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