mercoledì 11 settembre 2013

Onorevole a vita? Ma mi faccia il piacere!

Un articolo a firma Antonio Ricchio e pubblicato oggi da Corriere.it riporta un episodio sorpredentente: un'ex Deputata, ora Garante per l'infanzia per la Regione Calabria, ha rifiutato una lettera perchè le era stata indirizzata senza che il suo nome fosse stato preceduto da Onorevole.
Invito a leggere tale articolo e i relativi commenti e, nondimeno, fare anche una ricerca sulle origini di questo appellativo di cui si fregiano liberamente i nostri deputati (perfino gli eurodeputati). Non è casuale che sull'autorevole Enciclopedia Treccani on line si legga "il titolo è attribuito ai membri del Parlamento", non dice "spetta". Da parte mia ho trovato una ben articolata descrizione sul sito Il Cerimoniale e ne ho estratto la ...sostanza:
Il termine "onorevole" riferito a un eletto non è mai stato istituito, e proviene da una consolidata prassi, iniziata nel 1848 alla Camera subalpina. Nel ventennio l'appellativo godette di scarsa simpatia (un foglio d'ordini del marzo 1939 a firma del Segretario del Partito Nazionale Fascista* arrivò a decretare: "l'appellativo di onorevole, insieme con il corrispettivo titolo di deputato, deve essere sostituito con la qualifica di consigliere nazionale, gerarchicamente superiore a quello di consigliere provinciale e di consigliere comunale"), ma nell'immediato dopoguerra il termine di onorevole tornò a essere utilizzato.

Si sa che fu un'iniziativa di Cavour, primo presidente del Consiglio del neonato Regno d'Italia (1861), a disporre questo appellativo per ...uniformità (i più svariati titoli nobiliari sedevano fianco a fianco di professori, avvocati e proprietari terrieri). In altre parole l'appellativo "Onorevole" è da intendersi al pari dell'Egregio Signor... e non certo un titolo onorifico che ormai, per prassi e non per istituzione, si vorrebbe fare intendere, ma un semplice appellativo al pari di Egregio Signor...
Vedasi la relazione alla proposta di legge n° 2272 sottoscritta l' 11 aprile 2002 da sei deputati (di vari partiti); contiene un'affermazione che fa definitiva chiarezza: "Onorevoli Colleghi! Tra gli usi parlamentari più invisi alla pubblica opinione vi è la gratuita attribuzione, a senatori e deputati nazionali e regionali, dell'appellativo di "onorevole". Tale vezzo, riscontrabile praticamente solo in Italia, contribuisce, infatti, a fornire dei parlamentari un'immagine di casta, accrescendo nella coscienza popolare quel diffuso senso di distacco che si riassume nel ben noto fenomeno dello scollamento tra classe politica e Paese reale."   
Sono quindi alquanto improprie le iniziative del tipo "Aboliamo il titolo di onorevole". Si abolisce qualcosa di istutuito, di ufficiale, non una consuetudine: l'unico rimedio è non usarla più, soprattutto noi giornalisti. Certo che ai "privilegi" non si rinuncia facilmente, ma restare attaccati ad un titolo che pure non è ..."certificato", suvvia. 

* per la cronaca ne fu vietato l'utilizzo con Foglio d'ordini n° 1277 del 4 marzo 1939

p.s. potremmo definire "onorevoli" quei deputati che lo scorso luglio derisero il parlamentare Matteo Dall'Osso che stentava ad esporre il proprio documento alla Camera? La difficoltà a parlare di Dall'Osso era dovuta dalla sclerosi multipla di cui soffre. Ah, solo per la cronaca, stava presentando un ordine del giorno sui trapianti. 
                                                                   *
Ho segnalato questo dato storico all'autorevole Enciclopedia Treccani che, ringraziando, mi ha risposto: "la sua osservazione è corretta"; sulle loro pagine non troveremo che è titolo ma  "... è appellativo riservato ai membri ecc." 
 
Perchè non richiamarci all'art 498 del Codice penale "Usurpazione di titoli ed onori"? 
 

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