giovedì 6 febbraio 2025
Gianni Agnelli e le domande impertinenti
Oggi sono 39 anni di mia iscrizione all'Ordine dei giornalisti; permettetemi di ricordare un episodio gratificante sotto l'aspetto professionale e nello stesso tempo curioso: la mia intervista a Gianni Agnelli
Quando e dove? 18 marzo 1999 all'Assolombarda dove Agnelli era stato invitato come relatore (c'era anche Mario Monti).
Pochi giorni prima avevo letto sul Corriere della Sera una intervista ad Agnelli a proposito di un libro di Luciano Cipolletti.
Un paio di sue considerazioni non le avevo condivise, ma mai avrei immaginato di incontrarlo di lì a poco.
In una pausa del convegno, mentre il mio cameraman stava filmando alcuni manifesti, mi avvicinai ad Agnelli tenendo basso il microfono e gli chiesi se potevo scambiare con lui alcune considerazioni "a microfono spento".
Il suo addetto stampa (nella foto) mi guardò con cipiglio tra il severo e l'ironico, ma Agnelli mi chiese: "Quali considerazioni?"
Gli illustrai il motivo e iniziò così una conversazione dove entrambi esponemmo le nostre ragioni.
Nel frattempo altri si erano accorti di noi, anche il mio cameraman (evviva) che iniziò a filmarci...
Terminato il convegno rividi Agnelli mentre usciva, lo avvicinai sulle scale e gli dissi: "Presidente, mi scusi se la mia domanda è stata un poco impertinente".
"Le domande, o sono impertinenti o non sono domande", fu la sua risposta.
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