mercoledì 26 febbraio 2025

Ostaggi di GAZA, una lezione dalla Storia

"IN NAZI GERMANY, SOME GERMANS SAVED THE LIVES OF INNOCENT JEWS. NOT A SINGLE PALESTINIAN IN GAZA SAVED A HOSTAGE", è un'affermazione che non necessita di traduzione e che possiamo leggere su una pagina di Instagram. La sconcertante situazione degli israeliani ostaggio dei terroristi di Hamas si è fatta ancora più notare dopo l'atroce fine inferta ai fratellini Bibas e alla loro mamma mentre, senza alcuna colpa se non quella di essere israeliani, erano prigionieri. Va aggiunto quanto ha dichiarato la giornalista e insegnante francese Barbara Lefebvre che lo scorso 20 febbraio, ai microfoni dell'emittente i24 News, parlando delle complicità nel rapimento degli ostaggi ha affermato "i civili palestinesi sono responsabili quanto i membri di Hamas e della Jihad islamica".

lunedì 10 febbraio 2025

Mattarella: "Foibe, occultamento della Storia"

Ci voleva la schiettezza del Presidente MATTARELLA per aggiungere quelle tessere necessarie a completare il mosaico, il quadro di quell'efferatezza compiuta in Istria e nelle terre giuliano dalmate dalla soldataglia titina e da italiani aggregati alle formazioni di partigiani filocomunisti. Il Capo dello Stato, con la sua cristallina autorevolezza, è stato esplicito nel discorso pronunciato oggi al Quirinale: "...dittatura comunista di Tito, inaugurando una spietata stagione di violenza contro gli italiani residenti in quelle zone.". A ben guardare è un esplicito rimprovero anche a quei governi democristiani che, chiudendo gli occhi anche sulle violenze subite dai partigiani delle Fiamme Verdi (cattolici) per opera dei partigiani di orientamento comunista, hanno ignorato l'esodo dei 350mila italiani che, dopo l'armistizio, furono costretti con la forza a lasciare le regioni più orientali d'Italia. Per non parlare delle foibe: si dovette aspettare il 3 Novembre 1991 quando l'allora Presidente della Repubblica COSSIGA si inginocchiò davanti alla stele di Basovizza. Quel nobile gesto spalancò lo sguardo dei media e del mondo politico su un doloroso capitolo della nostra Storia che meriterebbe sia insegnato nelle scuole: per amore di Patria, di Verità e di rispetto verso quelle migliaia di nostri connazonali martirizzati per avere scelto di restare Italiani

sabato 8 febbraio 2025

Infamia slava a Basovizza

La scritta "Trst je nas" (Trieste è nostra), dal senso inequivocabilmente provocatorio, è stata vergata sul luogo simbolo della tragedia GiulianoDalmata. Imbrattata così la foiba di Basovizza alla vigilia di lunedi 10, il Giorno del Ricordo. Alla faccia della ricerca di pacificazione qualche farabutto ha rievocato il dolore mai sopito dei Triestini e di chiunque ha veramente a cuore quel territorio più italiano che mai. Non va dimenticato che nelle foibe i titini, talvolta con la collaborazione di partigiani italiani di fede comunista, gettarono nostri connazionali che avevano il solo "torto" di amare l'Italia. Consiglio la visione del film Red Land-Rosso Istria. (nella foto di G.Italia l'attrice Selene Gandini che nella pellicola è la pregevole interprete di Norma Cossetto, vittima delle brutalità titine)

giovedì 6 febbraio 2025

Gianni Agnelli e le domande impertinenti

Oggi sono 39 anni di mia iscrizione all'Ordine dei giornalisti; permettetemi di ricordare un episodio gratificante sotto l'aspetto professionale e nello stesso tempo curioso: la mia intervista a Gianni Agnelli Quando e dove? 18 marzo 1999 all'Assolombarda dove Agnelli era stato invitato come relatore (c'era anche Mario Monti). Pochi giorni prima avevo letto sul Corriere della Sera una intervista ad Agnelli a proposito di un libro di Luciano Cipolletti. Un paio di sue considerazioni non le avevo condivise, ma mai avrei immaginato di incontrarlo di lì a poco. In una pausa del convegno, mentre il mio cameraman stava filmando alcuni manifesti, mi avvicinai ad Agnelli tenendo basso il microfono e gli chiesi se potevo scambiare con lui alcune considerazioni "a microfono spento". Il suo addetto stampa (nella foto) mi guardò con cipiglio tra il severo e l'ironico, ma Agnelli mi chiese: "Quali considerazioni?" Gli illustrai il motivo e iniziò così una conversazione dove entrambi esponemmo le nostre ragioni. Nel frattempo altri si erano accorti di noi, anche il mio cameraman (evviva) che iniziò a filmarci... Terminato il convegno rividi Agnelli mentre usciva, lo avvicinai sulle scale e gli dissi: "Presidente, mi scusi se la mia domanda è stata un poco impertinente". "Le domande, o sono impertinenti o non sono domande", fu la sua risposta.