giovedì 12 settembre 2024
Ambientalisti a due facce
E'ormai noto che la Norvegia sia al primo posto nell'acquisto di auto elettriche la cui immatricolazione ha raggiunto il 90%. Un risultato che si dovrebbe tradurre in una graduale riduzione di CO2, il diossido di carbonio, nelle città. E' frequente che Oslo sia additata quale ammirevole esempio da imitare. Lo si sente in vari convegni dove si insiste sulla limitazione della circolazione delle auto a benzina o gasolio. Se prima c'era un'educazione all'uso di combustioni alternative meno inquinanti, negli ultimi anni la politica ha adottato mezzi coercitivi come la creazione di sempre più ampie green zone dove si accede solo a pagamento (come se il fare cassa purificasse l'aria). Si sconvolge la viabilità sottraendo sempre più spazio alle automobili (ne risentono poi anche quelle elettriche) per fare spazio a piste ciclabili, però deserte per varie ore al giorno. Un esempio di questa linea d'azione è Milano i cui esponenti ambientalisti citano e lodano Oslo: loro bravi mentre noi untori. Sfugge però un dato: la capitale norvegese ha 650.000 abitanti mentre il capoluogo lombardo il doppio; se poi si aggiungono i rispettivi interland scopriano che quasi la metà, il versante sud occidentale di Oslo, dà sul mare mentre l'area metropolitana milanese è circondata da cittadine e conta circa 3.300.000 abitanti, oltretutto è attraversata da arterie autostradali che la fanno tra le più trafficate d'Europa. Ma veniamo all'altra faccia dell'ambientalismo norvegese. Ce lo rivela un interessante articolo a firma Thomas Fischermann e Ricarda Richter pubblicato dal settimanale Die Zeit diretto dall'italo-tedesco Giovanni di Lorenzo. I giornalisti scrivono che, sebbene la Norvegia insista nel ricorso all'energia eolica, impegna alacremente le sue piattaforme marine, alquanto lontane dalla costa, incrementando le trivellazioni offshore per l'estrazione di petrolio e gas che poi vende a chi ne abbisogna. La Germania importa il 43% del loro gas naturale. Il risultato è un'impennata dei profitti: pecunia non olet? Sempre in questo loro articolo, "Verde ma non troppo" che troviamo sul n. 1578 di Internazionale, leggiamo "l'industria norvegese del petrolio e del gas può aprire nuovi giacimenti grazie agli enormi sgravi fiscali e agli incentivi agli investimenti di cui gode." E, per finire, ecco cosa dichiara il professor Sangesland dell'università di Trondheim: "Credo che la gente si stia rendendo conto che petrolio e gas saranno indispensabili ancora per decenni."
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Ambientalisti che imbrattano le grandi opere d' Arte , bloccano i treni ( già in ritardo di loro ) ,forse anche pagati da chi vuole farci usare le tecnologie Green , mentre la Cina sta aprendo circa 20 ..VENTI ,,nuove Centrali nucleari ... per farci comprare le loro Auto elettriche ...Ma qualcuno usa ancora il cervello o tutti a vedere il Grande Fratello ?? GF Beretta
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