martedì 30 aprile 2024

E se "privatizzassimo" la Polizia locale?

Immagino già la levata di scudi di tutti quegli agenti che, nella loro divisa, con fischietto e paletta sarebbero pronti ad inveire contro di me che, con questa domanda, ritengono li voglia estromettere da quella posizione di dipendente pubblico alle dirette dipendenze del sindaco, loro massimo referente. E invece no, non vi do questo cruccio, vorrei invece capire cosa c'è di diverso tra il vigile urbano (che non si offendeva se a Milano lo definivamo ghisa) e quella nuova collocazione di aggregati alla schiera delle Polizie (anno 1986). Solo chi si ricorda quando, per quasi una dozzina d'anni, collaborai per riviste molto vicine alla Vigilanza urbana ha conferma della mia attenzione verso il loro lavoro. In redazione ero una delle poche firme iscritte all'Ordine dei Giornalisti e sottolineavo, fra gli altri, il positivo ruolo di front line, di dialogo della pubblica amministrazione con i borghesi, con la gente senza divisa insomma, che ogni giorno si rivolgeva loro per cercare una soluzione, un consiglio, o anche una tutela. I Vigili urbani (maiuscola d'obbligo, a parere mio) erano e restano davvero la prima linea, i primi affidabili interlocutori. Quei ghisa, seppur nella loro severa divisa nera e senza l'ausilio di autovelox e telecamere, erano l'interfaccia che umanizzava il governo politico. Quella politica che oggi si esalta se vince una tornata elettorale, ma non si cura se ottiene la maggioranza dei voti validi in un appuntamento dove sempre meno cittadini si avvicina alle urne per un voto amministrativo o politico. No, nessun timore cari agenti della Polizia locale, non sono proprio il fautore di un vostro scorporo dalla pubblica amministrazione, tutt'altro: per me siete quelli di sempre. Non generalizzo l'invito alla "privatizzazione"; lo rivolgo invece a coloro di cui auspico che abbiano un atteggiamento verso e non contro il pubblico perchè questo è il loro primo interlocutore. Osservino la foto, di cui darò poi la spiegazione, e li invito ad uscire da quella torre che si sono costruiti attorno, che interpretino il loro ruolo cercando ed accettando il dialogo senza alcun intento punitivo che invece ravviso in taluni provvedimenti. Ho sempre avuto e ho assoluto rispetto verso i rappresentanti della Polizia locale e mi aspetto sia un sentimento condiviso da tutti. Purtroppo ho trovato chi snobba chi scrive loro per cercare chiarezza. Vivete tra codici, regolamenti, norme attuative, eccetera non sempre di facile interpretazione per i non addetti ai lavori che rischiano di cadere in errore, quell'errore che può muovere invece la mannaia punitiva di una sanzione. Noi, popolo senza divisa, ci confrontiamo invece con altri regolamenti, tra questi le ferree leggi del mercato del lavoro e magari anche l'avanzare dell'età. Sono a chiedervi di "privatizzare" la vostra attività prendendo come esempio l'ambiente dell'imprenditoria privata; osservate come lavorano i suoi dipendenti che sono coscienti di rapportarsi ogni giorno con dei clienti, non con degli utenti. Sono consapevoli che, senza di loro, probabilmente dovrebbero fare altro. Di questo, lo dico per esperienza vissuta, ne sono consapevoli gli agenti della Polizia locale di Trento che addito ad esempio positivo: nella loro giacca gialloblù su cui spicca lo scudetto con l'aquila di San Venceslao, sono sì severi, ma aperti al dialogo, al confronto e alla collaborazione. Come promesso, ecco spiegata la frase nella foto, vale a dire ZESUMME FIR IECH che è sulle fiancate delle auto della Polizia del Lussemburgo (unica gendarmeria): significa INSIEME PER TE (© foto, proprietà di Gianmaria Italia)

mercoledì 24 aprile 2024

"Zanchini, lei è giornalista?"

Uno degli argomenti di cui si parla oggi è la domanda “Lei è ebrea, senatrice?” posta stamane da Giorgio Zanchini, conduttore di Radio anch’io (RAI Radio 1) a Ester Mieli. Da modesto giornalista che, oltre che su giornali, ha operato per anni solo in televisioni private, chiedo al giornalista della RAI se, prima di intervistare la senatrice, si era informato sui trascorsi ante militanza politica dell’ospite. Di Ester Mieli traggo qualche notizia da Wikipedia (che lodo e ringrazio): è nipote dello scrittore e superstite dell'olocausto italiano Alberto Mieli; si laurea alla Sapienza e consegue il diploma triennale in studi ebraici organizzato dall’UCEI (è l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane); è stata inoltre portavoce della comunità ebraica di Roma. Credo potrebbe bastare, in ogni caso non è stato inopportuno quanto scorretto porre quella domanda abbastanza retorica? Dottor Zanchini, se mi è permesso un parallelo: visto che di lei è noto il ragguardevole trascorso professionale, pensa che io possa chiederle: “Lei è giornalista?”

lunedì 22 aprile 2024

La RAI censura Scurati? Che dire di Porzûs?

La RAI avrebbe censurato il monologo di Antonio Scurati? E perchè dovrebbe? Lo mandi pure in onda perchè il clamore suscitato sta tramutandosi in un boomerang, infatti il suo monologo sta riscontrando un incredibile sold out. Piuttosto, perchè nessuno parla del silenzio che dal 2012 accompagna il film PORZUS, regia e soggetto di Renzo Martinelli? Questa pellicola, i cui diritti vennero acquistati dalla RAI, rievoca l'eccidio di diciassette partigiani cattolici e laico-socialisti perpetrato in Friuli nel febbraio 1945 ad opera di un gruppo di partigiani vicini al Partito Comunista Italiano.

domenica 14 aprile 2024

SOLDATESSE? Matita blu per errore de La7

Nell'odierno Tg de La7 (ore 13:30), che peraltro merita una lode per la completezza delle notizie, non può passare sotto silenzio il sentirci dire che in Libano il contingente italiano è composto da soldatesse e da soldati. Quanto mai ci si è presi la briga di consultare un vocabolario? Suvvia, il femminile di soldato è solo ed esclusivamente soldata, peccato che soldatesse l'abbia detto sia l'estensore dell'articolo che il giornalista in studio. Nel dubbio non sarebbe stato più semplice dire militari e basta? Comunque nello stesso errore incorrono anche loro colleghi di altre testate nazionali; solo una volta sentii una giornalita della RAI dire soldata, ...sarò distratto, ma non ho più avuto sue notizie.

mercoledì 10 aprile 2024

Tragedia di Suviana: tacciano le polemiche

Mentre i vigili del fuoco e i sommozzatori stanno ancora lavorando alacremente per recuperare i corpi degli sventurati morti nell'esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana e si cercano i dispersi, ecco alzarsi le voci di chi innesca la polemica o, peggio, insegue un'occasione di visibilità. Non si spiegherebbe altrimenti l'alzare il dito inquisitore sul perchè e il percome c'erano quelle persone, che ci facevano, da chi dipendevano, eccetera. Non parliamo poi della immancabile denuncia dei subappalti. Che dire di quei parolai che, ignorando consolidate realtà operative, cercano microfoni per esporre punti di vista personalissimi o di appartenenza? Si occupano spazi sui media per dare risalto a proprie considerazioni, certo adesso inopportune. Si sta esprimendo gente senza un minimo rispetto della circostanza, dello straziante dolore dei familiari delle vittime, delle ansie di tutti coloro che sono loro vicini. Per favore, si taccia perchè si è sempre taciuto o ignorato prima e ora si chini rispettosamente il capo verso chi, vittima del lavoro, non è più tra noi.

lunedì 8 aprile 2024

"No al falso Made in Italy"

E' questa la parola d'ordine che, guidati dalla Coldiretti, ha accompagnato migliaia di agricoltori e produttori di cibi italiani al Brennero. Una immensa macchia gialla che ha voluto controllare sì le importazioni di carni, formaggi e salumi che sarebbero poi state confezionate e messe in commercio come "italiane", ma dimostrare anche come l'Italia è attenta e non vuole subire furbate e contraffazioni. Ma, aggiungo io, l'attenziome non va rivolta solo alle materie prime, ma anche al prodotto finito che, sotto accattivanti etichette, si propone sugli scaffali dei supermercati. Un mio (modesto) consiglio: portate l'attenzione sull'etichetta, che sia PRODOTTO D'ORIGINE ITALIANA oppure COLTIVATO, ALLEVATO IN ITALIA perchè il semplice CONFEZIONATO IN ITALIA potrebbe essere un Cavallo di Troia per fare finire sulle nostre tavole cibi che di italiano hanno solo il ...confezionamento. Un po' pochino; l'orgoglio, la fierezza di essere Italiani passa anche dalle nostre tavole.

sabato 6 aprile 2024

Battaglia di Solferino, errore al Tg2

Stasera, nel corso di una corripondenza per il Tg2 da Parigi, la comunque sempre molto professionale Giovanna Botteri, citando la fermata Solferino sulla linea 12 del locale metro, ha detto che ricorda la battaglia del 24 giugno 1859 quando "i Francesi con i Piemontesi batterono gli Austriaci". Una inesattezza: a Solferino combattè solo l'esercito francese che, comandato da Napoleone III, ebbe la meglio su quello austriaco. I Francesi erano alleati dei Piemontesi di Vittorio Emanuele II che, quel giorno, si scontrarono invece con le truppe austriache del generale Benedek a San Martino (oggi San Martino della battaglia) dove poterono vincere dopo 14 ore di combattimenti. Solo per la cronaca: la cruenza di quelle battaglie ispirò il ginevrino Henry Dunant a istituire la Croce Rossa Internazionale.