mercoledì 29 giugno 2022
Quelle audaci esercitazioni di oggi che facevano già i nostri bersaglieri 45 anni fa
Premessa: il commento che vi accingete a leggere l'ho già anticipato una ventina di ore fa alla Redazione di Repubblica perchè riguarda un filmato che la testata aveva pubblicato il giorno 27. Si vedevano soldati ucraini che si esercitavano a passare sotto dei carri armati. "Un addestramento estremo", precisava l'articolo di accompagnamento aggiungendo "lo fanno anche i marines". Dovete sapere che l'identico esercizio, peraltro con qualche audace passaggio in più, lo praticavano già 45 anni fa i bersaglieri del Reggimento Legnano. Peccato che nessuno si sia mai preoccupato di celebrare quell'alta preparazione dei nostri fanti piumati. Tuttavia, quel Reggimento, cambiato il nome in Battaglione Governolo, passerà alla Storia perchè, sotto il comando del Gen. Franco Angioni, sarà scelto, insieme ai parà della Folgore, per la Missione Italcon in Libano (1982-1984) dove riceverà elogi e onori.
Aeroporti: non passano le bibite ma puoi comprarle (più costose) al duty free. Perché mai?
Estate, tempo di viaggi soprattutto per chi non fa dell'aereo un mezzo frequente per i propri spostamenti. Così ecco che, del tutto ingenuamente, trovi il passeggero che al check in, dopo avere consegnato la propria valigia per l'imbarco in stiva, ha una borsa con qualche oggetto che intende tenersi in cabina. Niente di male se non pensi che ci sarà anche il controllo dello scanner dove l'attenzione degli addetti è - giustamente - rigorosa. Succede quello che è accaduto ad una persona che ieri era in coda davanti a me in un aeroporto europeo. Oltre alla borsa, al pc e un paio d'altre cose, cintura e orologi compresi, messi bene in vista sulla vaschetta del nastro trasportatore, ha anche una cassettina in legno contenente una pregevole bottiglie di liquore: l'aveva avuta in regalo da un amico proprio poche ore prima di partire. Questo ha spiegato all'operatore, e la buona fede era palese. No risoluto, non può imbarcarla. Il passeggero, superata la costernazione, non può certo abbandonare quel ben di Dio, anche solo per rispetto per chi gli ha fatto il dono. Che fa? Apre la cassettina, toglie la bottiglia, la stappa e beve un paio di abbondanti sorsate; poi conserva come ricordo il tappo e la cassettina vuota (è ammessa) e getta la bottiglia nel bidone dei rifiuti posto accanto al nastro trasportatore. Gli altri passeggeri che hanno seguito la scena gli esprimono solidarietà e l'operatore al controllo gli chiede sorridendo se quel liquiore era buono. Il pollice alzato sostituisce la bocca che è piena. Qualche decina di metri dopo attraversiamo l'ampia area dei duty free shops dove sono in bella mostra beni di ogni genere, bottiglie di liquori comprese che, invece, potremmo liberamente comprare e portare sull'aereo. Completamente d'accordo che il controllo dei bagagli serva ad impedire che a bordo vadano oggetti pericolosi (la lista è alquanto lunga e rivela anche articoli inimmaginabili), ma quello della bottiglia di liquore (come anche dell'innocua acqua minerale o succo di frutta) respinta prima dello scanner non trova proprio giustificazione visto che poi una bottiglietta da mezzo litro d'acqua qui la trovi a € 2,50 è legittimo porre questa domanda: che i filtri della procedura antiterrorismo servano, seppur indirettamente, agli interessi dei negozi nei duty free?
domenica 5 giugno 2022
Le molestie sessuali sul treno? Più facile (e opportuno) attaccare gli Alpini
Ebbero una ridondanza nazionale, oltretutto rimarcate in modo davvero inqualificabile, le presunte "molestie sessuali" commesse da partecipanti all'Adunata degli Alpini a Rimini. Basta rileggere le cronache di quei giorni con definizioni che, a parere mio, furono solo indecorose da parte di qualche cronista, per cogliere tanta immeritata gogna ai danni delle nostre Penne nere che troviamo invece attivamente presenti dove c'è da prodigarsi nel bene. Ho partecipato alle recenti Adunate di Asti, Trento e Milano e non ho colto alcuna notizia di "molestie sessuali". Per l'eco che c'è stato invece nel dopo Rimini ritengo si sia inscenata una subdola azione per demolire una delle immagini più fulgide delle nostre Forze Armate. Suvvia, la leva miltare è terminata una ventina d'anni fa e pensate che alpini di quarant'anni si perdano in scemenze di infimo spessore? Non ho trovato invece identico risalto mediatico per le palesi malefatte di taluni giovinastri che, accomunati dall'imperativo "qui le donne bianche non entrano" hanno inveito contro sei ragazze minorenni sul treno regionale che il 2 giugno da Verona era diretto a Milano. Di quanto sia stato grave l'episodio riporto un brano tratto da Repubblica: "Una giornata di vacanza a Gardaland poi finita nel peggiore dei modi. Acceerchiate, palpeggiate, derise. Prima gli insulti anche a sfondo razzista ... poi le mani addosso, gli abusi...". Per evitare un peggioramento della situazione le giovani non chiamarono le forze del'ordine ma informarono i propri genitori che allertarono il 112. Esito? Non ebbero adeguato riscontro. Allora si proceda per una sollecita e approfondita inchiesta interna e nel frattempo che tutti gli organi di informazione diano comunque adeguato risalto a questa indegna vicenda ai danni delle sei ragazze, altrimenti avremmo conferma che qualche neo da parte degli Alpini (se c'è stato), fu solo un vergognoso pretesto. E se invece fosse stata una bieca montatura?
mercoledì 1 giugno 2022
REFERENDUM, un quesito potrebbe mettere in pericolo le donne
Perchè? Vediamo cosa tratta una delle norme che ci saranno sottoposte nel Referendum abrogativo del 12 giugno, la troveremo nella scheda arancione. Il quesito è un poco lungo e tratta misure cautelari detentive, la "reiterazione del reato": comma 1 lettera c) dell'articolo 274 del codice di procedura penale. Giulia Siviero, su L'Essenziale, ritiene che rispondendo SI "diventerà molto difficile, se non impossibile, intervenire contro i reati di violenza di genere". Perchè? Il pericolo della reiterazione è la fattispecie a cui si fa riferimento nella quasi totalità dei casi per applicare le misure cautelari. Va ricordato che queste non riguardano solo la custodia in carcere ma anche l'allontanamento dalla casa familiare o anche il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Abrogando la reiterazione si lascerebbe al giudice la facoltà della custodia cautelare solo a: pericolo di fuga, inquinamento delle prove, e rischio di commettere gravi delitti con uso armi o altri mezzi di violenza personale. La preoccupazione sollevata da Giulia Siviero deriva da un dato Istat: il 95% dei reati per violenza di genere sono commessi senza uso di armi, per esempio uno zoccolo, un piatto o, temibili, le mani. In questi casi un pubblico ministero o un giudice potrebbe adottare una misura cautelare?
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