Sulla grave situazione che si sta vivendo a Taranto per le sorti dell'ex ILVA si è già scritto e detto tanto e così sarà anche nei prossimi giorni; quello che invece non si è portato ad uguale livello è una considerazione sul mercato siderurgico europeo che sta già vivendo una palese crisi in paesi icone come Francia e Germania.
Si aggiunga che una settimana fa l'acquisto, da parte dei cinesi della Jingye, della British Steel, azienda a lungo in amministrazione controllata, che ha stabilimenti a Scunthorpe e Teeside. Nell'accordo è stato programmato un investimento di 1,2 miliardi di sterline in dieci anni mirante alla competitività e miglioramento dell'impatto ambientale.
E intanto dall'India giunge, attraverso Le Monde, notizia che, "per la prima volga nella storia l'India ha perso dei posti di lavoro: 9 milioni dal 2012 al 2018"
Chi ci impedisce di pensare che il gruppo Arcelor Mittal, il più grande al mondo nella produzione dell'acciaio, intenda tutelarsi di fronte alla rafforzata concorrenza d'Oltremanica e si debba assistere, in un prossimo futuro, ad un'eutanasia di Taranto?
Che dire di qualche selfie in meno e un limite a dichiarazioni esclamative per dedicarci a qualche lettura economica in più?
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