Sebbene l’episodio di Corsico (come già accaduto, in passato in altre località) abbia destato clamore, qualche mio collega ha comunque precisato nel proprio articolo sia che i bambini non sono rimasti a digiuno e che l’esposizione finanziaria del Comune per il mancato introito era arrivato a 1.227.000 euro. Oggi, grazie all’assolvimento dell’obbligo da parte di alcune famiglie, sono scesi ad una trentina i bambini i cui genitori non hanno pagato.
E’ stato anche scritto che questi alunni hanno potuto mangiare in altro locale “per evitare la contaminazione”: niente di più logico ed è informazione malevola descrivere il provvedimento come un’ apartheid . Infatti, regole alla mano, chi fornisce ufficialmente i pasti non può essere chiamato in causa per conseguenze derivanti da cibo proveniente da altre fonti. Ci siamo dimenticati quando alle feste delle scuole si possono portare solo torte industriali confezionate?
No, non mi associo alla colpevole demagogia di chi sbandiera il diritto ad avere tutto gratis: lo considero una pretesa perché qualcuno finisce comunque per pagare anche per loro.
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