Come non applaudire Massimo Giletti che, nel corso della trasmissione L'Arena, ha sottolineato il pingue vitalizio di Mario Capanna?
Il merito di Giletti è di averlo rinfacciato a Capanna mentre era suo ospite in trasmissione e, senza alcuna tema, sostenuto il dibattito con l'ex rivoluzionario del '68 dichiarando il proprio cachet quale conduttore.
Una precisazione non secondaria; ritengo che parlare del vitalizio di Capanna sia stato un pretesto per
mettere in piazza questo stato di cose decisamente sconcertante mentre
il taglio delle pensioni sta tornando d'attualità.
Giletti ha detto di percepire poco più di 300mila euro l'anno, ma va ricordato che è soggetto ai risultati della sua trasmissione che, se non ha ascolti, il conduttore viene lasciato a casa mentre il politico, che abbia operato bene o male, percepisce comunque la sostanziosa pensione pagata con i denari dei contribuenti. Contribuenti tra cui ci sono milioni di pensionati a cui gli stessi politici (in carica) e l'INPS fanno le pulci.
Il compenso ai conduttori televisivi è oggetto di una trattativa, deriva da un bilancio aziendale fatto di canone e di introiti pubblicitari mentre i vitalizi sono il risultato di leggi e leggine varate dai politici che si sono così costruiti la loro serena "vecchiaia".
Mario Capanna è anche fra i 54 ex consiglieri della Regione Lombardia che hanno fatto ricorso al Tar per tutelare i diritti acquisiti (i suddetti vitalizi); se così stanno le cose su che basi i politici in carica possono tagliare quelli acquisiti dai pensionati normali?
No, credo proprio che dopo aver rivisto quel siparietto del litigio tra Massimo Giletti e Mario Capanna e avere letto questo articolo di Aldo Grasso, "Vitalizi anche alla casta del '68 che voleva cambire il mondo"
che troviamo su Corriere.it del 27 novembre 2011, ci vorrà del gran pelo sullo stomaco prima di toccare le pensioni dei lavoratori.
Nessun commento:
Posta un commento