mercoledì 25 novembre 2020
E' morto Diego Armando Maradona, senza le nostre scuse
8 luglio 1990, allo Stadio Olimpico di Roma si sta per disputare la finale per il titolo mondiale
Sono in campo le Nazionali di Argentina e Germania Ovest.
Appena intonato l'inno argentino dagli spalti si sono levati fischi: una scena vergognosa perchè gli inni nazionali non si fischiano, si rispettano! Gli inni, come le bandiere, rappresentano un popolo, una nazione.
Tutti i telespettatori si accorsero che Maradona mormorò hijos de puta indirizzato a quei non sportivi che oggi, forse, ne porteranno il rimorso per quel loro gesto inqualificabile.
Per la cronaca vinsero i tedeschi su calcio di rigore per un fallo di Sensini su Voller.
lunedì 23 novembre 2020
Covid, "Parlatene che vi paghiamo"
Molti si saranno domandati come mai tale intensa e diffusa informazione sullo stato del coronavirus.
Certo è la piaga del momento, una dolorosa pandemia che ogni giorno semina morte.
Una situazione che muoverebbe qualsiasi fonte a fare inchieste, interviste, organizzare servizi, talk show e quant'altro serva a comunicare uno stato di cose che ha raggiunto livelli drammatici, sia sotto l'aspetto sanitario che economico.
E' però passato all'insaputo di quasi tutti un provvedimento del Ministro dello Sviluppo economico che il 9 ottobre (Gazzetta ufficiale del 12) ha così decretato (lo si legge all'articolo 1)
= 1. Alle emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano
a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionali relativi
all'emergenza sanitaria all'interno dei propri spazi informativi e'
riconosciuto, per l'anno 2020, un contributo straordinario per i
servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da
COVID-19. =
E' un bene che le emittenti locali abbiano un aiuto finanziario, ma sono certo che avrebbero fatto del loro meglio per informare anche senza un contributo.
mercoledì 18 novembre 2020
A ILARIA SALATINO il Premio ASI Italiani nel mondo
ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, è lieta di informare che ha assegnato il
Premio ASI Italiani nel mondo – ediz.2020
a una giovane trentina, Ilaria Salatino, figlia di una coppia di calabresi; tuttavia da alcuni anni vive e lavora in Austria.
Il Premio, che non è abbinato ad alcun brand commerciale, è stato istituito nel 2015 per dare un importante riconoscimento a nostri connazionali che vivono all’estero dove si sono distinti nella Cultura, nel Sociale o nello Sport.
In 5 anni, prima di Ilaria, aveva già raggiunto 12 emigrati italiani (4 in Usa, 1 Belgio, 1 Canada, 1 Francia, 1 Gran Bretagna, 2 Lussemburgo, 1 Svezia e 1 Svizzera) e la Fondazione Migrantes (organo pastorale della CEI).
“Il nostro intento - dichiara il giornalista Gianmaria Italia ideatore del premio - non è quello di inseguire personalità celebri, anche se qualcuna è più sotto i riflettori di altre per l'attività che svolge, ma fare giungere a nostri connazionali emigrati il riconoscimento per quanto hanno fatto e continuano a fare portando alto l’onore dell’Italia; e per i giovani uno sprone a fare sempre meglio perché c'è un Paese che crede in loro”.
Ilaria è la più giovane del gruppo e questa scelta è in linea con la nostra intenzione di dare risalto a quella nostra valente gioventù che affida all'estero le proprie capacità e le proprie speranze.
Alle felicitazioni della Commissione che ha unanimemente approvato la scelta di Ilaria, si sono unite quelle del Presidente Nazionale ASI Sen. Claudio Barbaro e del Presidente del comitato regionale ASI Trentino Alto Adige Pantaleo Losapio.
Scheda:
Ilaria Salatino, nata a Trento il 13 ottobre 1992
Dopo aver completato gli studi nel Liceo Classico del capoluogo, e praticato varie attività sportive, soprattutto il nuoto, ha conseguito:
- laurea in Economia e Gestione Aziendale presso Università degli Studi di Bolzano. In tale periodo ha frequentato corsi Erasmus presso l'Università di Mannheim (Germania) facoltà Economia. Esami in Italiano, Tedesco e Inglese e presso l'Università Cattolica di Lisbona
- Laurea Magistrale in Marketing presso la Wirtschafts Universitat Wien - la Vienna University of Business and Economics con massimo dei voti "with honors". Esami e tesi in Inglese – votazione 110/110 e lode.
- Parla correntemente Inglese, tedesco e spagnolo.
- Da tre anni lavora a Vienna dove è funzionaria di un’importante multinazionale automobilistica.
lunedì 9 novembre 2020
Quegli Italiani a cui non sappiamo offrire un futuro migliore
C'è una "regione" di Italiani che non conosce cali demografici, infatti oggi conta esattamente 5.486.081 abitanti, ma non è tra i nostri confini.
E' infatti il numero dei nostri connazionali che risiedono all'estero; il 1° gennaio di quest'anno si sono aggiunti 257.812 ai 5.288.281 registrati il 1° gennaio 2019. La diffferenza aritmetica è data solo dalle cancellazioni intervenute nell'anno. Di queste nuove residenze il 50,8% è per espatrio e il 35,5% per Italiani nati all'estero.
Lo rivela il Rapporto Italiani nel mondo, un'opera magnificamente curata da Delfina Licata per la Fondazione Migrantes*, organo pastorale della CEI; un volume di 585 pagine affiancato dalla sintesi che ne conta 31. Un vero e proprio capolavoro editoriale che potremmo definire la Bibbia per chiunque voglia capire cosa è oggi la nostra Emigrazione.
Oltre a minuziose informazioni statistiche ci sono anche decine di articoli scritti da 57 autori e io ho avuto l'onore di essere invitato a farne parte con una ricerca sul flusso migratorio lombardo, in particolare dal territorio lariano.
Il R.I.M. ci rivela quanto sia stato alto il numero degli espatri nel 2019: 130.936 (58.512 donne e 72.424 uomini) di questi 59.051, vale a dire il 44%, provenienti da Lombardia, Veneto, Sicilia e Lazio; una cifra superiore a quella del 2018 (128.583), del 2017 (128.193) e del 2016 (124.076).
Dove sono andati? Si sono distribuiti in 186 Paesi, ma il 73% ha scelto l'Europa mentre il 4% negli USA, il 3,5% in Argentina mentre il 2,1% ha scelto l'Australia.
Fa riflettere quanto siano marcate le fasce d'età: è residente all'estero il 22,3% è fra i 18 e i 34 anni, mentre il 23,3% è fra i 35 e i 49 anni.
Questa edizione del Rapporto è la 15a, un traguardo molto importante perchè ci permette un raffronto molto dettagliato di come sia aumentato il numero dei nostri emigranti e si sia evoluto il loro livello di istruzione.
Nel 2006 il 68,4% aveva solo la licenza elementare o non aveva dichiarato quale titolo di studio avesse conseguito; alla fine del 2018 il 29,4% erano laureati e il 29,5% diplomati, il 41,1% un titolo inferiore.
Se consideriamo che in Italia il numero dei laureati è inferiore a quello dei diplomati (rispettivamente 19,6% e 62,2%) possiamo ben comprendere che i nostri atenei mettono sul mercato un valore aggiunto. Non voglio però fare una distinzione tra titoli di studio perchè comunque poco meno del 60% degli emigrati ha un livello medio-alto; connazionali che perdiamo a vantaggio della crescita economica di altre nazioni dove vengono offerte prospettive di realizzazione che l'Italia non ha.
Chi fosse interessato può richiedere il volume a migrantes.it
* Alla Fondazione Migrantes, tramite Delfina Licata, nel 2017 l'ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, conferì il Premio Italiani nel Mondo.
domenica 8 novembre 2020
Lezione di Economia dagli "inessenziali"
Qualcuno, con la tracotanza del potente, ma con smisurata ignoranza in fatto di Economia, ha definito "inessenziali" i ristoratori.
Il 4 novembre sono partiti in 150 da Firenze e, dopo una decina di tappe, contano di raggiungere Roma per essere ricevuti dal Presidente del Consiglio Conte.
E' alquanto arduo definire "inessenziale" una categoria che, studio del Sole 24 Ore, rappresenta il 4% del PIL e il 5% dei posti di lavoro; pensiamo che in maggio si era calcolato che bar e ristoranti avrebbero perso quasi 30 miliardi a causa delle ristrettezze imposte dal lockdown.
Alla forzata riduzione di attività di questi pubblici esercizi nessuno aggiunge la ripercussione sull'indotto locale e sui fornitori perchè (vuoi vedere che nessuno del Palazzo ci ha pensato) se un ristorante o un negozio è limitato nelle vendite, riduce anche gli ordinativi, gli approvvigionamenti alla produzione, all'industria.
In termini più semplici: qualsiasi punto di vendita è l'anello terminale della catena economica che dall'industria produttiva arriva al commercio. Aggiungo: ogni negoziante, ogni ristoratore, ogni barista è un imprenditore che costruisce la propria esistenza (e quella di chi produce per lui) ogni mattina, quando alza la saracinesca e inizia a lavorare affrontando immediatamente dei costi (utenze, imposte e tasse) e rischi d'impresa che nessun dipendente pubblico deve affrontare.
Il Cammino degli "inessenziali" porterà anche questo assunto a Roma.
mercoledì 4 novembre 2020
Bonus mobilità, dove trovare i fondi
"Fondi ministeriali esauriti" in un solo giorno; si tratta di 215 milioni di euro stanziati dal Ministero dell'ambiente per l'acquisto di biciclette, e-bike, monopattini elettrici e similari.
Una cifra alquanto importante in un periodo in cui molti esercizi pubblici languono o non rialzano più le saracinesche; eppure c'è chi si lagna perchè teme di non essere fra i beneficiati del contributo statale.
Dove trovare i fondi?
Semplice, dalle multe sanzionando tutti coloro che con i loto veicoli, motorizzati o no, violano i Codice della strada.
C'è o no una legge dello Stato che obbliga i Comuni a reivestire nella manutenzione stradale i proventi dalle contravvenzioni al Cds?
Bene, caro ministro Costa, lo Stato stabilisca che parte degli introiti da infrazioni commesse da chi è alla guida di questi veicoli vada a rimpinguare le casse centrali. Sia ben chiaro, la bicicletta, il monopattino e affini sono VEICOLI e come tali non possono godere di impunità quando passano gli incroci col rosso e non possono invadere i passaggi pedonali o i marciapiedi dove sovente causano problemi se non seri danni.
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